Appunti incompiuti di viaggio di Giovanni Borroni

Giovanni Borroni 1951 - 2025

... vivere è un’arte da apprendere giorno per giorno, ciascuno a suo modo, con le carte che la sorte ci ha dato e quel che decidiamo e riusciamo a provare con esse finché, così come ci fummo ammessi, non saremo estromessi dal tavolo di gioco, pur senza smettere di essere universo, quale da sempre siamo, a nostra insaputa.

Unendo passione e consapevolezza di essere protagonisti della nostra effimera, ma tangibile e mutevole esistenza, con la fantasia e la passione perfino la noia di certe ore sprecate può diventare attesa o riposo, da attraversare come un viaggio verso nuovi futuri o un ritorno da ciò che è passato, in un continuum senza veri confini.

Gli appunti di viaggio che seguono sono allora solo il diario intimo di un gioco ogni volta reinventato e profondamente sperimentato.









Penultime volontà
Figlio, ciò che ti lascio è quello che non so
e l’ansia di sapere quello che c’è più in là;
la mia certezza è il dubbio, la soglia del futuro
tu chiamala ignoranza, io curiosità.
Figlio, ti lascio quello che io non ho saputo
fare o disfare, un po’ anche per viltà
ma senza rinnegare ciò che sentivo vero
solo per non sentirmi in colpa o vanità.
Figlio, ti lascio quello che so d’aver sbagliato,
ma sappi che l’ho fatto senza disonestà;
ti restano i miei limiti, ora, da superare:
non te ne vergognare ed abbine pietà.

Figlio, ti avessi avuto, questa sarebbe stata,
senza pudori o debiti, la mia eredità
ma dato che non sei stato, altro che un’idea
darò questo mio lascito a chiunque lo vorrà.


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