La morte di Elisa, dedicataria della silloge poetica e moglie amata del poeta, è l’evento centrale a seguito del quale Lucchetti ordina la propria esistenza in un prima e un dopo e la propria poesia attraverso una struttura dicotomica. Così la prima sezione Il tuo nome incardinata sul testo intitolato Snorkeling, riguarda l’ultimo mese della vita di Elisa (musa evocata con il pronome tu, secondo il canone montaliano), trascorso in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Martino di Genova, dopo che un’emorragia cerebrale l’aveva colpita il 19 novembre 2018 e ne causerà il decesso il 20 dicembre successivo all’età di 43 anni. Non sarà difficile per il lettore attento cogliere rimandi e analogie ma anche corrispondenze sul piano tematico e ideologico, tra questo testo centrale e programmatico e le altre poesie della sezione. Ecco allora che il letto della paziente circondato di talismani che avrebbero dovuto propiziarne la guarigione, è presente anche ne Il kit del ciarlatano (testo nel quale compare il criceto, senhal per Elisa il quale aveva fatto il suo esordio ne Il cactus), mentre lo snorkeling intorno alla barriera corallina di un’isola esotica è ripreso in Tristano (trasferendo evidentemente la vicenda dell’eroe wagneriano dal freddo mare d’Irlanda al mar Rosso), ma gli esempi potrebbero essere molti. Le reprise e i rimandi danno luogo ad una sorta di ipertesto costituito da poesie che prendono vita da altre poesie, ma anche, come diremo meglio, da contributi e citazioni tratti dalla tradizione letteraria novecentesca. La struttura della sezione ha un precedente saliente negli Xenia montaliani compresi in Satura (1971), ma non mi pare fuori luogo ricordare l’Antologia di Spoon River. Il racconto di Elisa che filma la tana del pesce pagliaccio è interessante perché ci consente di introdurre il tema della società dello spettacolo, ovvero l’ossatura che sorregge la narrazione poetica (si veda la Storia della trama perduta nel Prologo). In effetti i protagonisti, i luoghi e le situazioni dell’ambiente teatrale e cinematografico (ma anche le attrazioni del luna park presenti nella poesia di chiusura), vengono spesso chiamati in causa come elementi di una messinscena (privata, pubblica, cosmica addirittura ne Nella bolla di vetro), la quale come metafora della condizione umana dà forma e senso a tutta la raccolta.
(dalla Postfazione di Felix Sanvitale)
Snorkeling
Eravamo felici tu ed io
così tutto il resto non contava:
il cupo intrico
delle cause e degli effetti era
il tuo dominio
e del pasticcio primigenio l’arcana eco
che fuga il sortilegio quantico,
il prodigio dell’armoniosa tua scienza
mutò in un capriccio per violino
e ottavino. E poi,
durante i nostri viaggi, inserivi
il tuo cd e addio Richard Wagner!
Eppure quando distesa
su quel letto circondato
di talismani e sommerso dal mare
che svettava in aggetto
contro le vetrate,
ti sparavo la tua musica
nelle orecchie, non battevi ciglio
e a me non restava
che la meraviglia per la danza
delle onde oltre il porto,
in mare aperto.
Ora non mi chiedo più
perché un tempo costruissero
gli ospedali sulla collina,
di certo l’architetto
aveva pensato a te e a me
e i secoli trascorsi
sono come un giorno solo.
Ritorno alla sera che riemersi
dalla barriera corallina,
camminavamo sulla sabbia
madreperlacea della nostra
isola oceanica
e i pesciolini
ci mordicchiavano i piedi:
per questo fu creato l’universo.
E adesso che non ci sei più
io come allora
mi volto a cercarti,
casomai ti fossi attardata
a filmare la tana del pesce
pagliaccio, nascosta
tra le anemoni,
ma non ti trovo perché Oceano,
l'abisso dischiuso, insorse
in odio alle tenebre rapitrici.
Io non avevo che te
e “colui che ha poco
sarà privato del poco”,
ma Dio non sapeva che tu di me eri
moltissimo.
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