"Poema autobiografico” di Giuseppe Garibaldi
"Poema autobiografico” di Giuseppe Garibaldi: la voce lirica e polemica dell’Eroe dei Due Mondi
Nel panorama letterario legato al Risorgimento, la figura di Giuseppe Garibaldi è generalmente associata alla sua instancabile attività militare e politica. Tuttavia, il Poema autobiografico — testo in cui il Generale racconta sé stesso in versi — offre una prospettiva differente, rivelando la dimensione più intima e riflessiva di colui che ha segnato la storia d’Italia.
In queste pagine, Garibaldi ripercorre le tappe fondamentali della propria vita: le avventure in Sud America, le ardite spedizioni militari, l’esilio, il ritorno trionfale. Ma il poema non è soltanto un’autonarrazione eroica. È anche un atto d’accusa: Garibaldi non esita a rivolgere dure critiche alle autorità politiche e militari del tempo, denunciandone ipocrisie, inettitudini e tradimenti verso gli ideali di libertà e giustizia.
La forza espressiva dei versi è amplificata da una lingua intensa, a tratti solenne, capace di alternare il lirismo appassionato alla veemenza dell’invettiva. Il Poema autobiografico non è dunque soltanto un documento letterario, ma anche una testimonianza civile: il ritratto di un uomo che, fino all’ultimo, non ha smesso di combattere — con la spada e con la penna — per la causa che sentiva giusta.
Riscoprire oggi queste pagine significa restituire voce all’Eroe dei Due Mondi in tutta la sua complessità: combattente, poeta e implacabile accusatore delle ingiustizie del suo tempo.
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